Appello alla città, ai commercianti, ai democratici

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del Partito della Rifondazione Comunista di Ruvo di Puglia

delle/ei Giovani Comuniste/i di Ruvo di Puglia

Con il progressivo evolversi della mobilitazione dei “Forconi” in tutta Italia e guardando agli eventi accaduti nella nostra città, il Partito della Rifondazione Comunista e le/i Giovani Comuniste/i di Ruvo di Puglia si oppongono alle pratiche e all’analisi che la manifestazione propone.

Condividiamo il sentimento popolare di rabbia e disperazione, ma crediamo che le rivendicazioni debbano essere rivolte oltre che nei confronti della classe dirigente soprattutto verso le politiche economiche di austerity che l’Europa impone e fa eseguire da chi occupa i banchi del governo.

I metodi squadristi degli organizzatori, nell’obbligare con la forza e con le minacce la chiusura degli esercizi commerciali e con le ronde di controllo per verificare che questo si mantenga durante la giornata, non ci identificano e li respingiamo con decisione: scene come quelle viste a Torino, dove in piazza le bandiere italiane erano accompagnate dalle braccia tese dei manifestanti, ci fanno capire come possa essere strumentalizzata la rabbia popolare, giocando semplicemente sul senso d’identità nazionale e sul “sinistra-destra tutti uguali” dilagante.

Ma chi c’è dietro tutto questo?

Già dal 3 dicembre il partito neofascista Forza Nuova richiamava tutti all’ordine per la “rivolta dell’Immacolata” aderendo attraverso l’associazione collaterale “Lega della terra”. Pochi giorni dopo anche CasaPound ha confermato la propria adesione, lanciando lo slogan “Alcuni italiani non si arrendono”. Diventa chiara la volontà di questi soggetti politici di orientare la protesta, attraverso un richiamo all’unità nazionale, verso una svolta autoritaria e di destra: ne sono testimoni le intenzioni di una “marcia su Roma”, qualora venga votata la fiducia al governo Letta e la rivendicazione di “una commissione delle forze dell’ordine” a capo del governo da parte dei Comitati Riuniti Agricoli, promotori, assieme ai Forconi, della mobilitazione.

Mediante la strumentalizzazione dell’uso del tricolore, per sostituire bandiere di partiti e sindacati, si tenta di coinvolgere il popolo in una manifestazione dalle richieste qualunquiste e generiche, come lo scioglimento del governo, senza proporre una prospettiva diversa per i lavoratori.

È bene ricordare che le politiche di austerity, i tagli dei salari, le delocalizzazioni e le pesanti, soffocanti e distruttive manovre fiscali ed economiche non possono essere risolte con lo scioglimento di un governo che dovrà poi essere sostituito da un altro ancora.

Le coscienze dovrebbero piuttosto essere orientate verso un abbattimento e non un bieco riformismo del sistema attuale di produzione (e senza offrire il fianco a spinte reazionarie ed eversive), quello capitalistico, che genera periodicamente crisi economiche e foraggia le politiche neoliberiste che portano alla svendita di interi settori pubblici (scuola, sanità, beni culturali ecc…) pur di far arricchire i privati a scapito dei lavoratori.

Per questo esprimiamo solidarietà con i commercianti minacciati e costretti a chiudere le proprie attività e proponiamo a tutti i cittadini e gli studenti democratici e ispirati dai valori della nostra Costituzione antifascista di costituire un fronte unitario dei lavoratori alternativo alle politiche di austerity e al neoliberismo, che richieda meno ore di lavoro e salari più alti, una patrimoniale, misure economiche che possano frenare il crollo del potere d’acquisto delle famiglie, l’abolizione della riforma Fornero, la creazione di nuovi posti di lavoro, fondi per la scuola pubblica, per la sanità e per la cultura, una politica industriale che rispetti il lavoro e l’ambiente, non un semplice “tutti a casa” e uno scioglimento del governo.

Invitiamo inoltre i cittadini a diffidare di coloro che si improvvisano capipopolo e tentano di tenere sotto scacco la città e il paese senza un’analisi politica di fondo e senza proposte alternative, ma guidati dalla pancia e non dalla ragione. È necessario quindi riunirsi al più presto e offrire una risposta democratica, libertaria e antifascista.

Le strade sono di chi ama!

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