Comunali 2021: Rompiamo il silenzio, apriamo il dibattito

La prossima primavera i cittadini e le cittadine ruvesi saranno chiamati alle urne per rinnovare il consiglio comunale e scegliere il prossimo sindaco della nostra città. Un appuntamento importante che riguarda la nostra comunità e che sarà inevitabilmente condizionato dalla pandemia in corso.

Tra mancanza della data ufficiale di voto e ipotesi di rinvio, a preoccuparci fortemente è l’assenza di dibattito. Gennaio è ormai alle spalle ma al momento non sono ancora noti alla cittadinanza schieramenti e possibili candidati. Questo ci preoccupa perché al di là di possibili slittamenti delle elezioni crediamo fortemente che qualsiasi progetto vincente per la sinistra debba essere fondato su una partecipazione ampia e plurale e soprattutto non tardiva.

Crediamo che la nostra città abbia compiuto enormi passi in avanti negli ultimi cinque anni. Avanzamenti che si sono espressi sul piano economico, con l’azzeramento dell’enorme debito a carico delle casse comunali, sul piano culturale, con decine e decine di interventi e attività che hanno dato lustro e popolarità alla città, sul piano ambientale, con l’approvazione di un PUG che ha tenuto fuori gli interessi del partito del cemento e numerose politiche dedicate alla mobilità sostenibile. Tuttavia sono note le fasi critiche che l’attuale amministrazione ha dovuto attraversare, i momenti e i perché che hanno indotto a mutamenti negli equilibri interni alla maggioranza. Un quinquennio non solo di luci ma anche di aree su cui avremmo preferito un intervento più deciso associato ad una coerente azione pedagogica nei confronti della cittadinanza, apparentemente restia ad alcuni cambiamenti radicali nella mobilità, nei consumi, nel vivere quotidiano.
Ci sono poi i grandi temi sociali che tornano a farsi sentire con più peso in questi mesi di pandemia nel nostro territorio. Negli ultimi dodici mesi si sono acuite le difficoltà delle famiglie a basso reddito, in tanti hanno perso il lavoro o hanno assistito ad una riduzione del salario, altri ancora aspettano i ristori e la sacrosanta cassa integrazione. Diseguaglianze sociali che crescono e che si riflettono su una città, la nostra, già colpita da un’alta disoccupazione giovanile e da poche prospettive occupazionali. Che mondo sarà quello del post-pandemia? Come è cambiata e cambierà la città che amministrerà la prossima giunta e il prossimo consiglio comunale?

Sono questi temi indispensabili per un dibattito che deve riguardare le forze politiche interessate a continuare l’attuale esperienza amministrativa, per non restare vincolati a vecchi schemi e diatribe. Una discussione ampia che rifletta anche sul ruolo che gli enti locali possono avere, stritolati come sono dalle logiche del neoliberismo e dell’austerità, che ne hanno via via depotenziato il ruolo, comprimendone i bilanci e le capacità di spesa pubblica, riducendo le competenze ed anche la quantità e la qualità dei servizi offerti ai cittadini.

Tuttavia, non ci nascondiamo dietro un dito. La nostra forza politica cinque anni fa ha costruito un percorso alternativo a quello che ha sostenuto l’attuale maggioranza in consiglio comunale. Abbiamo registrato un risultato dignitoso, espressione di un’area di dissenso verso quella che era stata l’amministrazione precedente all’attuale, nonché figlia anche di un quadro politico nazionale che garantiva agibilità a percorsi alternativi di sinistra radicale. Rivendichiamo quel risultato e quell’operazione, ma pensiamo che i tempi duri imposti dalla pandemia aprano la strada ad altri percorsi.

Le scelte determinanti del post-pandemia e il pericolo di un centrodestra conservatore, reazionario e poco rinnovato, ci inducono a fare dell’unità un valore aggiunto e fondamentale. Per unità non intendiamo quella delle segreterie di partito, ma pensiamo all’unità di quanti e quante si riconoscano nei valori dell’antifascismo, della democrazia, della solidarietà, del progresso, dell’ambientalismo, del femminismo, della giustizia sociale. Crediamo che sia dai valori che la discussione debba partire per giungere ad un rinnovamento del campo della sinistra cittadina. Il 2021 può essere un anno determinante per il nostro Paese e per la nostra città, restare immobili o riproporre vecchi schemi può rappresentare un’occasione perduta.

Come comunisti e comuniste non vogliamo farci promotori di una nuova coalizione o mettere il cappello su nuovi percorsi politici, vogliamo piuttosto mettere la nostra disponibilità nelle mani di quelle forze politiche che si riconoscono come laiche, progressiste, antifasciste, democratiche. Vorremmo rendere nota la nostra disposizione al dialogo e all’ideazione di un progetto che possa essere ampio e plurale ma soprattutto coinvolgere la cittadinanza anche attraverso strumenti meno tradizionali dato il contesto pandemico. Una disponibilità che confermiamo anche qualora l’attuale Sindaco sciogliesse la riserva confermando la propria intenzione a ricandidarsi.
Siamo convinti che sia questo il momento di mettere assieme quello che ci unisce e che l’intera cittadinanza sia vogliosa di discutere delle prospettive e dell’idee che riguarderanno il futuro della nostra Ruvo. Solo un percorso plurale e virtuoso potrà farlo, nel segno della continuità e di una rinnovata attenzione verso i bisogni concreti dei cittadini e delle cittadine.

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