La strategia del terrore

di Vincenzo Colaprice

terróre s. m. [dal lat. terror -oris, der. di terrere «atterrire»]. – Sentimento e stato psichico di forte paura o di vivo sgomento, in genere più intenso e di maggiore durata che lo spavento.

terrorismo s. m. [dal fr. terrorisme]. – L’uso di violenza illegittima, finalizzata a incutere terrore nei membri di una collettività organizzata e a destabilizzarne o restaurarne l’ordine.

Dal Vocabolario Treccani

Terrore e terrorismo le parole più abusate e diffuse nell’ultimo ventennio. Per il filosofo e linguista socialista libertario Noam Chomsky, il terrorismo ha riempito, per la società occidentale e filoamericana, il vuoto nella casella del nemico da combattere. Terroristi sono i palestinesi che da anni rivendicano una patria, terroristi sono i baschi che chiedono autonomia ed indipendenza, terroristi sono i regimi mediorientali, come quello di Assad in Siria (nonostante i qaedisti combattano tra i cosiddetti “ribelli siriani”, i buoni della guerra civile), terroristi erano considerati i carbonari e i patrioti italiani prima dell’unificazione, terroristi erano i partigiani che combattevano l’occupazione nazifascista.

Terroristi sono anche quei movimenti, non per forza composti da gruppi e collettivi anarchici o della sinistra radicale, ma da famiglie, da mamme, da giovani, da lavoratori, da padri e da anziani, che si battono per la salute, per un futuro ecosostenibile, per un taglio delle grandi inutili opere pubbliche, per il rispetto della natura e dell’ambiente, per la salvaguardia dei beni comuni contro progetti miliardari imposti dallo Stato senza il consenso del popolo.

Terroristi sono i sostenitori e gli attivisti del movimento No TAV. Terroristi, o meglio “antistorici”, (come li definì Fassino) secondo il PD (indimenticabile anche Chiamparino che da sindaco di Torino invitò Bersani a farsi fotografare con Di Pietro e Vendola «solo se dicono pubblicamente che sono per la Tav») e ovviamente per tutte le destre.

Terroristi perché lo dice Alfano, che quando parla dei No TAV si esercita in pose e discorsi da ventennio, terroristi perché lo dicono le “nuove Brigate Rosse” che hanno invitato il movimento della Val di Susa a compiere “un passo avanti”.

Ora, questo passo avanti viene fatto passare dal mondo dei media, specie dall’ANSA che per prima ha diffuso la notizia, come un passo in avanti armato. Non vorrei perdere molto tempo a confutare le infamie scritte dai media, ma credo che basti leggere qui l’intero comunicato (scritto, tra l’altro, nel 2007 da Alfredo Davanzo e Vincenzo Sisi in carcere, non ex-brigatisti ma provenienti dal Partito Comunista Politico-Militare, e integrato con un articolo comparso sul sito operaicontro.it) per capire che non si parla in nessun punto di intraprendere la lotta armata.

Tutto quello che appare chiaro dal finire degli anni ’90 ad oggi, sulla TAV e sui movimenti No TAV si può riassumere in tre punti:

1)      La linea TAV Torino-Lione è un grande spreco di soldi pubblici, ci costa 95.000 euro al giorno, comporta tagli di tratti di ferrovie locali (che forse servirebbero molto di più per i pendolari, recandosi dalla provincia a Torino o negli altri centri maggiori), comporta espropri di abitazioni, comporta la devastazione della Val di Susa e del suo ambiente, non comporta una riduzione delle emissioni di CO2, comporta una spesa di oltre 20 miliardi (spesa che aumenterà fino al 2020, data in cui si pensa di ultimare i lavori), non comporta un’innovazione tecnologica visto che la Francia sta iniziando a ripensare l’utilità di questa nuova tratta ferroviaria, comporta la costruzione di una linea ferroviaria esclusivamente finalizzata allo scambio delle merci (anche se negli ultimi anni diminuiscono gli scambi merci con la Francia in maniera esponenziale, ma aumentano gli scambi con Svizzera e Austria), comporta un gran giro d’affari e la complicità di mafie, politici parassiti e di signori appassionati per le gare d’appalto.

2)      Il movimento No TAV viene continuamente criminalizzato, un particolare ruolo lo assume la stampa che spinta appunto dai propri padroni strumentalizza gli avvenimenti e presenta un lancio di sassi contro le forze dell’ordine come se stesse accadendo un nuovo 11 settembre. La stampa contribuisce a creare disinformazione e ovviamente non può rinunciare alle simpatiche etichette che addossa a chiunque venga indagato o incarcerato per fatti relativi alla TAV.

3)      La militarizzazione della zona, la volontà di andare avanti con il dispendio di fondi pubblici e la decisione nel rendere satura, provata e indignata la Valle in modo da rendere più accesi gli scontri, in modo da far nascere gli scontri stessi, in modo da inventarli anche per frivolezze, in modo da difendere l’ordine costituito.

Ora a seguito di queste considerazioni, se terrorismo è quello fatto dai movimenti No TAV, che almeno nelle sue frange più estreme si limita a sabotare i lavori o i macchinari, a me pare un tipo di terrorismo ancora più grave quello fatto dallo Stato, coadiuvato dai suoi apparati, dai partiti ma soprattutto dalla stampa.

Un terrorismo che diventa psicologico e marcia attraverso microspie, perquisizioni (tra cui alcune sedi di Rifondazione in Val di Susa), incarcerazioni, falsità e infine si avvale della tecnica del “sbatti il mostro in prima pagina”.

In conclusione, a proposito di terrorismo e No TAV vorrei ricordare una storia di cui non si parla più: l’arresto dei così detti squatters di Torino, il 5 marzo 1998, Edoardo “Baleno” Massari, Maria Soledad “Sole” Rosas e Silvano Pellissero. Tre ragazzi, compagni, anarchici, arrestati per aver provocato attentati ai lavori per la TAV in Val di Susa, senza prove, accusati di terrorismo, dopo essere stati pedinati e intercettati per mesi solo perché anarchici, solo per aver occupato l’ex manicomio di Collegno.

È bene ricordare la campagna mediatica e l’accanimento da destra e da sinistra verso i tre ragazzi, definiti “bombaroli”. È bene ricordare la morte in circostanze mai chiarite di Edoardo Massari in carcere (ufficialmente suicidio) e di Soledad suicidatasi dopo la morte del compagno. È bene ricordare anche la conferenza stampa in seguito a quei giorni dei giovani dei centri sociali: per un quarto d’ora il silenzio e poi tavoli coperti da fogli gialli di carta da macellaio e poi sopra ossa e pezzi di carne sanguinolenta, “questo è tutto quello che avevamo da dirvi, abbuffatevi”.

Ricordiamo dunque, chi si comporta da terrorista, chi ha mietuto vittime finora. Terrorista è lo stato.

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