L’arroganza del Pd e un sindaco sotto scacco

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del Partito della Rifondazione Comunista di Ruvo di Puglia

della segreteria provinciale del Partito della Rifondazione Comunista

E’ questo, in estrema sintesi, il quadro nel quale si è consumato un irricevibile atto di prepotenza da parte del PD di Ruvo. Infatti nello scorso Consiglio Comunale di venerdì 7 febbraio, il Sindaco Ottombrini ha annunciato la nomina di un nuovo assessore al Bilancio in sostituzione del compagno Salvatore Lovino, che rappresentava il Partito della Rifondazione Comunista nella Amministrazione Comunale. Con questo atto sanciva unilateralmente la rottura dell’accordo della maggioranza di centro-sinistra con cui era stato eletto e riteneva interrotto il rapporto politico con il PRC senza addurre ulteriori motivazioni. Questa Amministrazione, che si è avvalsa del ruolo e del contributo di competenze e dedizione dell’assessore Lovino, esercitati in maniera ineccepibile (come dallo stesso Sindaco affermato nell’incontro dello scorso 4 febbraio alla presenza del Segretario provinciale del PRC) non ha voluto o saputo esplicitare in alcun modo né i nodi politici che ne hanno provocato le dimissioni né una analisi pacata e proficua della situazione amministrativa locale, che richiedeva e richiede una visione strategica rinnovata e condivisa. E’ del tutto evidente che egli stesso sia sotto scacco da parte del suo stesso Partito e che nemmeno l’esercizio delle funzioni che la legge espressamente gli riserva gli sono consentite. Insomma un sindaco sotto tutela.

Il PRC ha più volte in passato evidenziato che le divergenze di punti di vista (come ad esempio su IMU, pianificazione urbanistica, gestione del patrimonio immobiliare del Comune) emersi in seno alla Amministrazione di Ruvo e ai Partiti che la supportavano, mettevano in luce alcune contraddizioni fra forme di gestione e sostanza politica nell’amministrazione. Tuttavia non ha mai fatto mancare negli organi istituzionali la propria leale e costruttiva collaborazione. Pur restando ferma la nostra coerente convinzione che questa alleanza politica sia l’unica che possa cercare di rispondere ai bisogni sociali drammatici che la città manifesta, crediamo che occorra ancora un maggiore sforzo comune per operare scelte condivise e necessarie, che ne giustificassero e motivassero la presenza e onorassero gli impegni programmatici presi con gli elettori e i cittadini al momento dell’insediamento.

Di fronte a questa pressante richiesta di chiarimento e ridefinizione delle prospettive amministrative, la maggioranza della coalizione ha invece preferito trincerarsi dietro una presupposta autosufficienza e un puro spirito di sopravvivenza, senza voler discutere alcun problema.

Poiché crediamo che il nostro compito non sia solo gestire le emergenze ereditate dal passato o le contraddizioni sociali in modo indolore, abbiamo chiesto una discussione – fra le altre questioni – sulla valutazione dei carichi di lavoro del personale dipendente e sullo stato di attuazione di indirizzi politico-amministrativi espressi già da tempo, per rendere più fluide ed efficaci le procedure dell’azione amministrativa, sull’aggiornamento dell’inventario del patrimonio immobiliare e mobiliare del Comune, sulla eliminazione di reiterate proroghe e tempestiva predisposizione degli atti per le gare in scadenza, sui percorsi finalizzati alla razionalizzazione delle spese (telefoniche, energia, illuminazione pubblica, manutenzioni, gestione dei rifiuti).

Per il peso delle questioni esposte, molto attinenti al miglioramento dell’efficienza dell’Amministrazione e ad un serio risparmio di risorse pubbliche in un momento di pesante crisi della finanza locale e di possibile riduzione di erogazione di servizi utili alla collettività, credevamo necessaria una verifica politica e gestionale entro un lasso di tempo ragionevole ad istradare l’attuazione degli obiettivi programmatici, ormai a metà percorso di questa Amministrazione.

Invece, con una ostinazione degna di altre imprese, il Partito democratico di Ruvo ha pensato bene di poter fare a meno della collaborazione con una presenza sociale e culturale di sinistra, motivata a rispondere ai bisogni dei lavoratori delle famiglie e dei disoccupati. Quello che vediamo, con estremo timore e preoccupazione per le sorti già precarie della città, è che l’unica soluzione che propone il PD è l’applicazione della politica delle ‘larghe intese’ anche a livello locale, per lasciare inalterati squilibri economici e controllo sociale che hanno già causato tanti danni.

A questa visione e a queste pratiche, i comunisti e le forze vive della sinistra sapranno trovare energie e risposte adeguate e pertinenti per costruire nei luoghi di lavoro, nella cultura, nell’associazionismo, e non solo nelle stanze della politica, quella alternativa di partecipazione e consapevolezza sociale di cui Ruvo ha bisogno più che mai.

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