Perché ci frega dei carcerati

 

di Vincenzo Colaprice

In questi giorni di raccolta firme per le “Tre leggi – tortura, carceri, droghe”, c’è uno slogan che ci accompagna nei banchetti. Non sono slogan recuperati dalla tradizione comunista o di sinistra, non sono slogan che sostengono la nostra iniziativa. No.

Sono slogan che provengono dai tanti che per strada, si fermano, osservano il nostro manifesto (in cui elenchiamo gli obiettivi della raccolta firme), la nostra bandiera, chi c’è al tavolo ed esclamano:

“…e a noi che ce ne frega dei carcerati?!?”.

Ce ne frega, eccome. Allora scambi qualche battuta con il/la signore/a e inizi a spiegare perché ci frega.

  1. Prima di tutto ci frega perché l’Italia, l’8 gennaio 2013, è stata condannata dalla Corte Europea dei diritti umani di Strasburgo a rimediare entro un anno (gennaio 2014) alla situazione di sovraffollamento carcerario e per trattamenti inumani e degradanti a seguito della denuncia di sette detenuti rinchiusi nei carceri di Busto Arsizio e Piacenza. Lo scorso maggio la stessa Corte Europea ha rigettato il ricorso dell’Italia ed ha imposto il risarcimento pro capite di 100mila euro per i sette detenuti. La politica italiana ancora una volta è costretta a riparare ai propri errori di indifferenza e incuranza attraverso i soldi dei cittadini contribuenti. L’Italia ancora una volta viene umiliata a livello internazionale.
  2. Perché se è vero che l’Italia è una nazione a maggioranza cattolica… beh, tirate fuori i vostri sentimenti di umanità, fratellanza e solidarietà verso il prossimo e firmate!
  3. Perché in Italia ci sono 400 detenuti che vivono in una cella, o in uno spazio, di 3m2 22 ore su 24.
  4. Perché secondo alcune normative europee un maiale per vivere decentemente ha bisogno di 6-7m2 di spazio. Bene, in Italia c’è un 20-30% dei detenuti che vivono in spazi inferiori ai 6-7m2.
  5. Perché l’Italia, come il resto dei paesi industrializzati e capitalistici, è in crisi, le vendite sono in calo, così come il potere d’acquisto e quindi sale la povertà (il 15,8% della popolazione è povero), la disoccupazione (90.000 disoccupati), specie quella giovanile (39,1%). È lecito quindi chiedersi come facciano le persone che non possono più arrivare a fine mese, cosa facciano quei giovani che non hanno una famiglia pronta a sostenerli economicamente per aspettare un posto di lavoro e cosa possa ancora fare un padre di famiglia, licenziato a cinquant’anni, lavoratore dai sedici, con due-tre figli a carico per tirare avanti? Sicuramente, se non riuscirà a vivere di espedienti e continuerà a preferire la vita al suicidio, ruberà. Sarà arrestato e per una condanna dovrà aspettare anni, da scontare non in casa, ai domiciliari, in quanto in attesa di giudizio…
  6. …no perché in Italia è previsto il carcere per gli individui in attesa di giudizio. E se quell’imputato venisse assolto, come credete che sarebbe etichettato dai suoi concittadini? Come un “ex-carcerato”, ovviamente.
  7. Perché in carcere ci finiscono anche i giovani, quelli costretti a rubare, o perché nati nelle periferie abbandonate o nei quartieri malfamati delle metropoli o perché la fame è più forte di tutto. E quel giovane, che ha rubato un motorino ed ora è in carcere, è costretto a vivere nei 7-8m2 di una cella per 2-3 detenuti, con 6 detenuti, indifferenziati per l’entità dei loro reati. Quel giovane sarà segnato per sempre.
  8. Ci sono giovani o uomini poi, che conoscono il giro d’affari della droga, conoscono i lauti guadagni che ne derivano e conoscono anche i rischi e rischiano pur di sopravvivere. Sono i piccoli spacciatori e consumatori di droghe, ben il 30% dei detenuti. Essere incarcerati, piuttosto che curati nei centri di tossicodipendenza, significa o continuare a drogarsi, o soffrire di astinenza, o passare dalle droghe leggere alle pesanti, o procurarsi droghe anche in carcere, o scontare la propria pena e continuare a spacciare, distruggendo la propria famiglia e i propri cari e arrecando danni alla società. Insomma, il carcere per i tossicodipendenti non risolve il problema, anzi lo aggrava.
  9. Perché sono numerosi i casi di violenza nelle caserme, nelle questure ma soprattutto nei carceri e sarebbe ora di dire basta allo squadrismo in divisa, introducendo il reato di tortura nel codice penale italiano.
  10. Perché anche tuo figlio, una notte, facendo uno scherzo per strada o venendo fermato da un qualsiasi agente di una qualsiasi forza di polizia e poi tradotto in caserma o in carcere potrebbe non tornare più a casa. E allora prenderai coscienza del fatto che tuo figlio ha subito un pestaggio, che gli ufficiali sanitari hanno tentato di occultare il tutto, ma tu giungerai alla scoperta degli assassini di tuo figlio ma non avrai giustizia, semplicemente perché il loro reato non esiste.
  11. Perché dulcis in fundo ogni detenuto ci costa 116 euro al giorno e le nostre carceri hanno una capienza di 45.558 detenuti ma ne ospitano 66.090. Ora fate voi il contro dei detenuti in più e di quanto ci costano al giorno, alla settimana, al mese e all’anno. Al giorno il sovraffollamento carcerario ci costa 2.381.712 euro, alla settimana 16.671.984 euro, al mese 72.494.621 euro e all’anno 86.993.543 euro. Con questi fiumi di soldi risolveremmo tanti di quei problemi in Italia o potremmo costruire nuove carceri.

Ora cosa dice? Firma??

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