Souvenirs Libanesi

A cura di Carmen Roselli

L’AMORE
L’amore, come un corso d’acqua,
deve essere in continuo movimento,
ed è proprio per quello che tu fai con me.
Ma che cosa accade alla maggioranza delle coppie?
Credono che le acque del fiume
scorrano per sempre, e non se ne
preoccupano più. Poi arriva
l’inverno, e le acque gelano.
Solo allora comprendono che niente,
in questa vita, è assolutamente garantito.

FRAGILITA’
Vi è stato detto
che, come una catena, siete fragili
quanto il vostro anello più debole.
Questa è soltanto mezza verità.
Siete anche forti
come il vostro anello più saldo.
Misurarvi dall’azione più modesta
sarebbe come misurare la potenza dell’oceano
dalla fragilità della schiuma.
Giudicarvi dai vostri fallimenti
è come accusare le stagioni
per la loro incostanza.
E voi siete come le stagioni,
e anche se durante il vostro inverno
negate la vostra primavera,
la primavera, che in voi riposa,
sorride nel sonno e non si offende.

AMORE E MORTE
Mi dice la mia casa: “rimani, il tuo passato è qui!”
Mi dice la strada: “seguimi, il tuo futuro e qui!”
Io dico alla mia casa e alla strada:
“non ho passato, non ho futuro,
se resto c’è un andare nel mio restare,
se vado c’è un restare nel mio andare,
solo l’amore e la morte cambiano ogni cosa”.

SILENZIO
Il silenzio è pena;
ma nel silenzio
le cose prendono forma,
e noi dobbiamo aspettare e vegliare.
In noi,
nel nostro intimo segreto,
si trova l’elemento consapevole
che vede e sente
ciò che noi non vediamo nè sentiamo.
Tutte le nostre percezioni,
tutte le azioni da noi compiute,
tutto ciò che siamo oggi,
un tempo dimoravamo
in quei recessi silenziosi e coscienti,
sala del tesoro dell’anima.
Siamo
più di quel che pensiam.
Siamo più di quel che sappiamo.
Ciò che è
più di quel che pensiamo e sappiamo
vive in continuo anelito e ci accresce
mentre noi non facciamo nulla
– o così crediamo.
Ma essere coscienti
di quel che si svolge nel nostro intimo
significa contribuire al suo svolgersi.
Quando il subconscio diventa coscienza,
i semi del nostro io
immerso nell’inverno
diventano fiori,
e la vita silenziosa che è in noi
canta in tutta la sua potenza.

UNO SGUARDO
Uno sguardo che rivela
il tormento interiore
aggiunge bellezza al volto,
per quanta tragedia e pena riveli,
mentre il volto
che non esprime, nel silenzio,
misteri nascosti non è bello,
nonostante la simmetria dei lineamenti.
Il calice non attrae le labbra
se non traluce il colore del vino
attraverso la trasparenza del cristallo.
Kahlil Gibran (traduzione di Gian Piero Bona)

 

Correvano gli anni 2004/2005 e durante qualche fine settimana di pausa dallo studio e dal lavoro assieme agli amici siriani e agli amici e colleghi universitari ci si spostava in Libano per andare al mare. Durante il 2005 ben 2 attentati: a febbraio a Beirut dopo la sanguinosa guerra civile, a Luglio nella metropolitana di Londra.

Di Beirut ricordo il dolce suono dei suoi oud, i suoi cedri, il porto e il suo bel mare. Beirut, una città completamente diversa da Damasco e apparentemente dalle mille contraddizioni già al suo ingresso con il suo grande McDonald’s e i suoi grattacieli, molto occidentale per tantissimi aspetti. Ricordo soprattutto quanto era complicato per i visti ecc… per noi studenti e lavoratori stranieri e per i siriani stessi uscire dal Paese e raggiungere il mare. In realtà solo 5 ore di percorso, nella pratica 10 con taxi collettivi. Ma soprattutto in Libano si respirava l’aria del grande poeta natio Khalil Gibran e noi ci andavamo anche per questo!

Un Paese in cui i diversi culti si armonizzavano benissimo nonostante la sua storia di ex protettorato francese, porto strategico tra occidente ed oriente fino alla sua sanguinosa guerra civile i cui strascichi ci sono ancora ahimè. Questi sono tempi duri in tutto il mondo ma tu o Libano ti rialzerai e risorgerai ancora una volta con la forza che ti contraddistingue sia che si tratti di un errore umano…sia che la causa di questa esplosione e morte di tanti innocenti abbia altre cause… Saranno sempre la Bellezza, la Poesia e la Maraviglia a salvare il mondo!

Forza Beirut,
Forza Libano e libanesi!
Ora e sempre Resistenza!

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