Chi non conosce la Rocca del Garagnone? Chi non ne ha sentito parlare negli ultimi anni?
Ecco, se l’avete visitata potete dimenticarvela per una settimana. L’area che circonda il Garagnone e il poligono di Torre di Nebbia sarà nei fatti inaccessibile perché lunedì, martedì e venerdì – dalle 10:00 alle 21:00 – il paesaggio da cartolina lascerà posto a mortai, granate, mitragliatrici, bombe a mano e armi da fuoco di diverso tipo. Insomma, gli strumenti adatti per proteggere la biodiversità e il paesaggio e promuovere il turismo sostenibile.
Negli ultimi anni la Rocca del Garagnone è diventata una delle attrazioni turistiche più note del Parco Nazionale dell’Alta Murgia (PNAM), eppure continua a trovarsi sotto lo scacco delle esercitazioni militari. L’esercitazione della prossima settimana non rappresenta un avvenimento isolato ma rientra nell’ambito di esercitazioni che si ripetono a cadenza quasi mensile all’interno di un’area naturale protetta.
Il nostro Parco è l’unico, tra i 24 parchi nazionali istituiti in Italia, ad ospitare al suo interno delle servitù militari che occupano un terzo dell’area complessiva del PNAM. Dovrebbe essere evidente l’impossibilità di far coesistere le ragioni e le finalità di un Parco Nazionale con la presenza di militari, mezzi blindati e armi delle più svariate tipologie. Eppure, questo ossimoro passa spesso inosservato, preferendo lasciare spazio alle veline che esaltano le operazioni di pulizia da parte dei militari (e ci mancherebbe!) o trincerandosi dietro gli indennizzi versati dal Ministero della Difesa ai proprietari – pubblici e privati – dei suoli sui quali si svolgono le esercitazioni militari.
Facciamo un appello all’Amministrazione Comunale e alle forze di maggioranza per fare in modo che il Comune di Ruvo di Puglia possa essere capofila, tra i comuni che compongono l’Ente Parco, nell’intervenire presso la Regione Puglia e il Ministero della Difesa per fermare questo scempio che da decenni devasta il territorio murgiano e stravolge la natura del Parco Nazionale. Chiediamo, in poche parole, che si mantenga l’impegno espresso a chiare lettere nel programma della coalizione di centrosinistra che prevede la contrarietà alla presenza delle servitù militari e ad ogni altro abuso del territorio del Parco Nazionale dell’Alta Murgia.
In questi tempi, dove si affaccia sempre di più il rischio di un conflitto globale, è necessario fare in modo che l’Alta Murgia diventi davvero “un’arca di pace e non un arco di guerra”.