Tre leggi: 218 firme raccolte

 

del circolo di Rifondazione Comunista di Ruvo di Puglia

La sezione “Dino Frisullo” del Partito della Rifondazione Comunista di Ruvo di Puglia esprime soddisfazione nel comunicare i dati riguardanti la chiusura della raccolta firme per le proposte di legge di iniziativa popolare “Tre leggi – tortura, carceri, droghe – per la giustizia e i diritti”.

Le 218 firme raccolte rappresentano per noi un contributo significativo e importante dato dai cittadini ruvesi, dimostrando di andare oltre i luoghi comuni e i pregiudizi e sostenendo una riforma carceraria più giusta e il rispetto dei diritti umani. Queste 218 firme andranno a sommarsi alle già numerosissime firme raccolte in tutta Italia dal 21 febbraio scorso e a quelle che si raccoglieranno entro il 20 settembre (termine della campagna); le firme saranno poi presentate alla Camera il 9 ottobre.

La campagna referendaria “Tre leggi” rappresenta una risposta che il popolo italiano può offrire in seguito alla condanna inflitta allo Stato, l’8 gennaio scorso, dalla Corte Europea dei diritti umani di Strasburgo, in seguito alla denuncia di sette detenuti rinchiusi nei carceri di Busto Arsizio e Piacenza, per trattamenti inumani e degradanti. A maggio la Corte Europea ha inoltre imposto all’Italia il risarcimento pro capite di 100mila euro per i sette detenuti e condannato l’Italia al rimedio entro un anno della situazione di sovraffollamento carcerario.

Quell’anno nel quale rimediare è quasi scaduto e nulla è stato fatto. Le “Tre leggi” infatti rappresentano una valida alternativa al decreto legge “svuota carceri”, che si pone l’obiettivo di ridimensionare il sovraffollamento carcerario (per il quale lo Stato paga annualmente quasi 87 milioni di euro) liberando entro il 2016 circa 10 mila posti letto che verranno comunque occupati se le cause alla base del surplus di detenuti non verranno affrontate (infatti entro il 2016 si riusciranno a liberare veramente solo 2 o 3 mila posti letto).

La situazione carceraria oggi racconta di strutture penitenziarie con una capienza di 45.558 posti letto in cui sono stipati 66.090 detenuti, dei quali circa 400 vivono 22 ore su 24 in spazi di 3 metri quadrati, mentre il 20-30% dei carcerati vive in spazi di 6-7 metri quadrati. Una vera vergogna tutta italiana a cui la classe politica è decisa a non porre rimedio. Infatti nel decreto legge “svuota carceri” vengono ampliati i poteri del Commissario straordinario per le infrastrutture carcerarie, aprendo la strada alla costruzione di nuove carceri nonostante le 40 strutture penitenziarie già costruite e pronte (spesso dotate anche di personale) ma vuote.

Per questo consideriamo le 218 firme raccolte come una risposta importante che giunge da una parte della comunità ruvese decisa e votata alla causa del rispetto dei diritti umani e costituzionali dei detenuti e per un miglioramento della giustizia, infatti le “Tre leggi” prevedono: l’inserimento di un numero chiuso per le carceri, affinché non si possano più ammassare i detenuti e si possa spingere per l’utilizzo di quelle 40 strutture penitenziarie inutilizzate; l’abolizione del reato di clandestinità; l’introduzione del reato di tortura; l’istituzione della figura del Garante nazionale dei detenuti; la depenalizzazione dei reati connessi al consumo di stupefacenti e la diversificazione tra droghe leggere e droghe pesanti.

La campagna referendaria, lanciata dall’Associazione Antigone e promossa, tra altri 32 soggetti, dall’Unione camere penali italiane e dalla CGIL, ha rappresentato un’esperienza positiva per la sezione ruvese di Rifondazione Comunista, permettendoci di confrontarci più volte con i cittadini e con altri soggetti politici su questi delicati argomenti durante il mese di raccolta firme.

In chiusura vogliamo ringraziare tutti i cittadini ruvesi e non che con la loro pazienza, ma soprattutto con la loro firma, ci hanno sostenuto nell’iniziativa e hanno cercato di lanciare con noi un segnale di cambiamento alle istituzioni.

Il Coordinamento politico cittadino del PRC 

                                                                                       I Giovani Comunisti/e

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